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Questi "Racconti fantastici" dello scapigliatissimo Tarchetti, ispiratori l'Hoffmann e Baudelaire, sono la più strana, imprevista e impressionante produzione del romantico italiano; vi si sente l'assenzio, e un certo Satanasso tra macabro e ghignante guida la trama delle vicende che l'autore ci narra, mentre fumate spettrali e cupe morbosità sensuali fanno da sfondo. È innegabile che il Tarchetti riesca a prendere alla gola il lettore moderno, incredulo e scanzonato; leggete "Un osso di morto", "La lettera U", "I fatali"... vi troverete un'immaginazione angosciosa e perturbatrice che riuscirà a sconvolgere ogni diffidente quietismo. Eugenio Giovannetti ha dettato per questa raccolta una spirituale prefazione.